C’è un mistero che ancora sopravvive nella piramide di Cheope: i due condotti nella Camera della Regina. Ed un robot in costruzione alla Leeds University tenterà di scoprire cosa si nasconde dietro a questi misteriosi cunicoli.
Il mistero delle “porte nascoste” nasce nel 1992, quando si iniziarono dei lavori per ridurre l’umidità all’interno della Grande Piramide e riparare ai danni causati dall’accumulo di sale all’interno. Da dove viene l’umidità della piramide, visto che l’Egitto è notoriamente un ambiente secco? Dai visitatori: ogni persona rilascia circa 20 grammi di vapore acqueo durante la visita all’interno della piramide.
Si iniziò quindi con l’installazione di un sistema di ventilazione e di controllo dell’umidità nella piramide. La prima operazione eseguita fu quella di ripulire i due condotti della Camera del Re, che portano all’esterno della piramide. Anche la Camera della Regina ha due condotti, uno sulla parete rivolta a nord e l’altro diametralmente opposto.
La scoperta dei due condotti nella Camera delle Regina è datata 1872, e si riteneva inizialmente fossero simili a quelli presenti nella Camera del Re. Ma solo nel 1992 si decise di inviare il robot Upuaut all’interno dei condotti per confermare l’ipotesi.
La prima sorpresa fu che i condotti non proseguivano in linea retta: il condotto a sud proseguiva per circa 60 metri seguendo una curva; quello settentrionale invece prosegue per 18 metri, per poi curvare di 45 gradi verso sinistra (svolta impraticabile per Upuaut, che dovette fermarsi).
La seconda scoperta, ancora più entusiasmante, era che il condotto meridionale era bloccato da una “porta” di calcare, con due maniglie in rame. La cosa era estremamente curiosa, e fece nascere una nuova spedizione esplorativa nel 2002: iRobot, un nuovo robot progettato a Boston, praticò un foro nella porta di calcare, scoprendo una seconda porta, a circa 20 centimetri dalla prima.
A sbalordire ulteriormente fu il condotto a nord che, dopo la svolta di 45 gradi, mostrava una porta simile a quella del condotto meridionale.
Ad oggi, nessuno sa per quale motivo siano stati realizzati questi condotti all’interno della piramide. Ed è per questo motivo che i tecnici della Leeds University stanno terminando un robot che, si spera, seguirà i cunicoli fino alla fine, facendosi strada oltre le porte di calcare.
Il progetto Djedi (dal nome del mistico che Cheope consultò per costruire la piramide) prevede di perforare le porte che bloccano i condotti, e vedere cosa si trova dall’altra parte.
“Ci siamo lavorando da cinque anni” spiega Robert Richardson, della Leeds University. “Non abbiamo preconcetti. Tentiamo di raccogliere prove per altre persone che trarranno conclusioni. Ci sono due condotti. quello a nord è bloccato da una porta di calcare, e niente è penetrato oltre. Con il condotto a sud, il precedente team ha misurato lo spessore della pietra, l’ha perforata e ha inserito una telecamera, trovando un’altra superficie. Vogliamo determinare quanto questa sia spessa e se possiamo perforarla. Stiamo preparando il robot, e ci aspettiamo di inviarlo prima della fine dell’anno. E’ una questione delicata, ed è estremamente importante non causare danni inutili. Continueremo fino a quando non avremo trovato la risposta che cerchiamo. Speriamo di raccogliere tutti i dati possibili per poter dare risposte”.
Per quanto mi riguarda, resterò col fiato sospeso fino a qualche nuova, eccitante novità. Che ci sia una seconda porta anche nel condotto a nord? Cosa si nasconde dietro al secondo blocco di pietra a sud? Fremo nell’attesa di risposte.
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