venerdì 22 luglio 2011

Sarebbero stati rinvenuti pezzi del presunto disco volante di Ronswell

Un insegnante presso il New Mexico Military Institute a Roswell potrebbe aver scoperto la prima prova scientifica dell’esistenza di detriti fabbricati effettivamente su un altro pianeta. Inoltre, questi frammenti sono stati trovati vicino al luogo in cui sarebbero stati rinvenuti pezzi di un presunto disco volante a Roswell nel 1947.

Frank Kimbler

Frank Kimbler insegna Scienze della Terra alla scuola superiore e Geologia all’università del New Mexico Military Institute a Roswell. Dice che ha sempre avuto un interesse per gli UFO. Così, quando si trasferì a Roswell, ha deciso di mettere a disposizione la sua esperienza per fare dei test e indagare sull’incidente UFO più famoso di tutti i tempi, il crash di Roswell.

Dice che il suo obiettivo principale era di trovare qualche prova fisica. Ha iniziato, cercando in alcune immagini satellitari del presunto “sito di detriti.” Qui è dove allevatore, Mac Brazel, aveva detto all’Air Force che aveva trovato i pezzi dell’oggetto caduto. Kimbler ha usato queste immagini per migliorarle con l’infra-rosso al fine di evidenziare le aree in cui è il terreno era “disturbato”. Fu sorpreso di trovare una zona che era simile a quello che testimoni avevano descritto. Era circa ¾ di miglio di lunghezza e qualche centinaio di metri di larghezza, e di fronte alla direzione indicata dai testimoni.
Il passo successivo è stato quello di uscire da lì con un metal detector per vedere quello che poteva trovare. Ha cominciato a fare gite al sito nel maggio 2010. Utilizzando un metal detector che potrebbe trovare un pezzo metallico delle dimensioni di tre centimetri sotto la superficie, sarebbe stato in grado di trovare piccoli pezzi, che era esattamente il suo obiettivo. In un formicaio trovò il suo primo pezzo.
Quello che ha trovato era un metallo argenteo che sembrava alluminio. Questo è stato strano perché non ci sono indicazioni di alcun tipo di oggetti in alluminio nella zona. Occasionalmente si trovano di latta, che provengono da parti di tetti di lamiera portati dal vento, e alcuni chiodi. Trovò anche alcuni bottoni di alluminio che sembrano essere dei tipi utilizzati dai militari negli anni 40. Se questo è il caso dimostra che l’esercito si trovava nella zona.
Kimbler decise che i piccoli pezzi metallici erano abbastanza interessanti per ulteriori analisi. Per avere un aiuto andò al Roswell International UFO Museum and Research Center. Situato nel centro di Roswell, il museo è il centro principale per la ricerca UFO crash di Roswell. Ha mostrato il materiale al direttore del museo, Julie Shuster, ed è stato ascoltato ed aiutato dal ricercatore Don Schmitt. Hanno deciso di finanziare il primo test che è stato fatto nel New Mexico Tech a Socorro. Utilizzando una micro-sonda, sono stati in grado di determinare la composizione del materiale. È risultato essere alluminio di silicio, manganese, lega di rame.
Si rendeva indispensabile quindi l’analisi isotopica per determinare se il materiale fosse dalla Terra o di un altro mondo.
Al momento attuale altri esami sono in corso, in diversi istituti scientifici. Va ricordato che sono esami costosi non sempre si riescono a reperire i fondi necessari.
Le implicazioni circa il fatto che il materiale di Kimbler risulti essere di origine extraterrestre e prodotto industrialmente sarebbero ovviamente sorprendenti. Potrebbe essere la pistola fumante per provare che una civiltà intelligente, proveniente da un altro pianeta, ci faccia visita e che si schiantò a Roswell nel 1947.
Kimbler non si arrenderà facilmente finchè non riuscirà ad avere una risposta.

fonte Express News

giovedì 21 luglio 2011

bimbi cavie per uno psicofarmaco, la denuncia di Nocensura.com e Giù le Mani dai Bambini

E’ confermato: bimbi cavie per uno psicofarmaco, la denuncia di Nocensura.com, pubblicata in rete domenica scorsa. Il ministro della salute ha confermato l’esistenza a Pisa di una sperimentazione in corso su bambini per un vecchio farmaco ipertensivo riconvertito in psicofarmaco. Ecco la denuncia di “Giù le mani dai bambini”. Risposta a tempo record quella del Ministro per la Salute On. Ferruccio Fazio, che nel question-time alla Camera dei Deputati ha confermato l’esistenza presso lo “Stella Maris” di Pisa di una sperimentazione in corso su bambini, con somministrazione di una molecola psicoattiva per migliorarne le performance attentive. “Si tratta di un vecchia molecola anti-ipertensiva che si sta cercando di riciclare come psicofarmaco pediatrico, cosa assai discutibile, dal momento che neppure se ne conoscono i meccanismi d’azione sul cervello dei bimbi”, ha commentato Emilia Costa, Psichiatra e già 1^ Cattedra di Psichiatria alla Sapienza di Roma e Primario di Psicofarmacologia all’Umberto I°. “La nostra denuncia – dichiara Luca Poma, giornalista e Portavoce di Giù le Mani dai Bambini, il più rappresentativo Comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica (www.giulemanidaibambini.org) – era circostanziata e corretta: c’è una strategia in corso per medicalizzare i comportamenti di sempre più ampie fasce di bambini italiani. La Guanfacina di Shire è una molecola apolide, che non rendeva più: cosa c’è di meglio che inventare da zero una nuova applicazione terapeutica per guadagnare altri soldi a spese della salute dei più piccoli? Neanche si conoscono le modalità di azione di questo psicofarmaco e già lo si vuole autorizzare per l’uso sui nostri bambini”. L’On. Paola Binetti ha preso atto della risposta del Ministro Fazio, commentando: “I fondi che il Ministro ha promesso nella Sua riposta per incrementare la vigilanza anti-abuso e iscrivere sul registro di controllo anche le somministrazioni di anti-depressivi ai bimbi, che vengono somministrati in misura 15 volte maggiore degli psicofarmaci per l’iperattività, sono un’ottima cosa, peccato che in questa Finanziaria non ve ne sia traccia, speriamo non sia l’ennesima azione di propaganda. E per la ‘pubblicità’ fatta dalla casafarmaceutica, della quale il Ministro chiede notizie, vorrei segnalare che nel XXI° secolo le campagne di marketing non si muovono solo sulle gambe dell’advertising diretto ai pazienti, bensì sulla base di articolate campagne di relazioni pubbliche, proprio come quella a cui stiamo assistendo: si crea artificialmente il bisogno di un farmaco mediante congressi scientifici che chiedono più diagnosi di iperattività, e articoli sui giornali firmati da specialisti che indicano la strada (4), poi compare la soluzione, guarda caso uno psicofarmaco. Ma la scienza – lo dico da Neuropsichiatria Infantile, prima che da Parlamentare – ha molto da dire prima di dover somministrare uno psicofarmaco a un bambino di 6 anni”. Nel frattempo, il dossier è arrivato nell’Aula del Parlamento Europeo, dove l’On. Cristiana Muscardini ha presentato un’interrogazione alla Commissione. La Parlamentare dichiara che “La Guanfacina è un vecchio brevetto da tempo in cerca di una malattia a cui essere associato. In genere succede il contrario, di fronte ad una malattia si fa della ricerca per trovare antidoti e terapie. Che un’agenzia di relazioni pubbliche si presti a simili tentativi è un problema di etica professionale che non vogliamo affrontare, ma che una casafarmaceutica operi cercando ipotetici clienti per una molecola esistente e non più usata per il primitivo scopo, ci sembra un’operazione assai disinvolta, che rovescia la scala di valori alla quale ci si dovrebbe attenere quando si tratta di salute: prima i bambini e poi il business”. In conclusione, Poma ha ringraziato i Parlamentari per l’attenzione dimostrata in quest’importante azione di denuncia e vigilanza, ed è tornato anche sulla polemica salita agli onori delle cronache la scorsa settimana sulle campagne di pubbliche relazioni in corso per agevolare Shire nell’introduzione di questo psicofarmaco nel nostro paese: “Come ha ben ricordato Toni Muzi Falconi, la vicenda ha destato non poche perplessità per com’è stata gestita. Non abbiamo emesso una condanna senza appello per Ketchum, l’agenzia di relazioni pubbliche di Shire, ma di una cosa siamo certi: mentre a Milano negavano di avere rapporti con divisioni farmaceutiche produttrici di psicofarmaci, a Roma organizzavano conferenze stampa in cui si auspicava l’aumento del numero di bambini iperattivi in terapia farmacologica. Possiamo pensare ad una sfortunata serie di ‘combinazioni’, ma allora facciamo appello ad Andrea Cornelli, il loro amministratore delegato, un professionista di indubbia caratura: che si dissoci dalle aziende farmaceutiche quando fanno business miliardari a spese della salute dei bambini”.

giovedì 14 luglio 2011

Muse canterano nello spazio


muse canzone nello spazio

I Muse sono pronti a registrare una canzone nello spazio e la data fatidica potrebbe essere prima di quanto ci si possa immaginare.
Sappiamo bene che i Muse, soprattutto il suo leader Matt Bellamy, si lasciano ispirare da tutto quello che è ’spaziale’, futuristico o extraterrestre.
Unite questa passione della space rock band con un bel po’ di soldi e avrete la canzone registrata nello spazio.
Per questo motivo entra in ballo una strana compagnia aerea, la Virgin Galactic, che per la modica cifra di 200.000 dollari conta nei prossimi anni di portare semplici turisti a fare viaggi extraorbitali.
Ed ecco che i Muse si fanno avanti: ‘Stiamo cercando di farci dare un passaggio gratis sulla Virgin Galactic. – ha dichiarato Matt – Sto cercando di convincere Richard Branson a farci fare un video o registrare una canzone. Sarebbe una figata‘.
Strano o no, prima o poi siamo sicuri che il sogno dei Muse si realizzerà e finalmente i loro fan avranno il loro ‘album spaziale’.

Fonte link