sabato 23 ottobre 2010

La Cina recluta biologi esperti per la caccia allo Yeti


yeti

Se vi trovate in Cina o avete intenzione di andarci nei prossimi mesi, sappiate che potreste essere reclutati per la ‘caccia allo Yeti’. Sempre che abbiate tra i 25 e i 40 anni e siate a conoscenza delle nozioni base della biologia, si intende. Se rispondete a tali quesiti, sappiate che l’agenzia ufficiale cinese Xinhua ha investito quasi 1,5 milioni di dollari in un progetto che si propone di rispondere ad un’annosa questione: lo Yeti esiste o è frutto di pura invenzione?

Molti sono i pareri, spesso discordanti, che coinvolgono studiosi e gente comune. Tutti rimangono perplessi davanti alle numerose immagini diffuse che ritraggono lo Yeti, la cui figura è simile a quella umana, sebbene interamente ricoperta di peli, alta circa due metri e con una sproporzione tra braccia e gambe, molto corte rispetto al corpo.


Perlomeno questa è la descrizione che ricorre nelle frequenti segnalazioni avute, di cui 400 nella sola Cina. La prima risale al 1832. Anche lo scalatore Reinhold Messner raccontò di aver fotografato tre esemplari di yeti sull’Himalaya. Come lui, Edmund Hillary, capo spedizione nel 1953 durante la prima missione sull’Everest, riferì che un monaco locale gli aveva raccontato di aver visto giocare uno yeti proprio nel posto in cui il gruppo di scalatori era accampato.

Tra mito e leggenda, racconti e realtà, la figura dello Yeti è ormai entrata nell’immaginario collettivo; dalla Cina agli Stati Uniti fino all’Italia, il ‘mostro’ peloso spaventa ed affascina al tempo stesso. Ecco perché questo progetto, in collaborazione con l’Università delle Tre Gole, si è lanciata nella ricerca di persone motivate ad indagare sulla reale natura dello Yeti. “La cosa più importante è che troviamo membri che siano realmente convinti”, aggiungeLuo Baosheng, vice presidente dell’associazione 'Uomo selvatico', di Hubei.

La spedizione concentrerà le ricerche soprattutto nelle foreste dove le segnalazioni di avvistamenti sono state più numerose nel corso degli anni. Già dagli anni Settanta, quando si cominciò a rastrellare la zona, gli scienziati cinesi trovarono capelli, orme ed escrementi. In seguito, negli anni Ottanta, le ricerche si interruppero vista la scarsità dei ritrovamenti e si iniziò a mettere in dubbio la natura delle segnalazioni. Oggi ci vengono in aiuto le nuove e più sofisticate tecnologie. Non ci resta che partire!

Federica Vitale

fonte nextme

Nessun commento:

Posta un commento