Si ispira all’astronomia, alla fisica quantistica e all’effetto fotoelettrico per dare corpo a un’originale visione architettonica: le mini centrali elettriche da 1,74 MW di potenza totale ricordano grandi diamanti neri
(Rinnovabili.it) – Si chiama Lunar Cubit ed è il progetto vincitore dellaLand Art Generator Initiative, competition degli Emirati Arabi Uniti per artisti, architetti, scienziati e ingegneri dedicato a installazioni pubbliche capaci di accoppiare al lato estetico quello funzionale in quando produttori di energia.
Il concorso si è svolto negli emirati Arabi Uniti e proprio allo scenario desertico del Paese i partecipanti hanno dedicato il loro design innovativo. Non fa eccezioneLunar Cubit, partorito dalla mente di Robert Flottemesch, Jen DeNike, Johanna Ballhaus, e Adrian P. De Luca fa dello slogan del concorso “Renewable can be beautiful” il proprio motto personale. Osservando il rendering il progetto ricorda scintillanti diamanti neri che sorgono dalla sabbia desertica intorno ad Abu Dhabi. Si tratta di nove piramidi (una centrale con un’area di 10.000 m² e otto più piccole intorno) ciascuna proporzionale alla Grande Piramide di Giza e scalata con il Cubito Reale egizio.
Gli elementi per la loro disposizione rappresentano le otto fasi della luna e i LED bianchi con cui sono equipaggiati permettono la notte di seguire visivamente il ciclo lunare. A fornire l’energia necessaria ai diodi è la loro nera pelle in silicio amorfo, una copertura fotovoltaica da 1,74 MW che le rende piccole centrali elettriche in grado di fornire energia sufficiente a 250 case circa. I progettisti hanno rivolto particolare attenzione anche ai materiali per ridurre al minimo l’impatto ambientale, prediligendo la pietra naturale, il vetro ricotto e l’acciaio per la costruzione di Lunar Cubit. Scelte che sono davvero valse un primo premio.
Fonte La reppublica
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